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Nel 2020 INDIRE ha sottoscritto un protocollo di intesa con il Comune di Reggio Emilia per studiare i tratti di un modello di scuola diffusa proposto e adottato da 11 istituti comprensivi del territorio. Gli studenti di questi istituti hanno fatto scuola in musei, centri sociali, spazi civici, agriturismi, parrocchie, per un totale di 19 nuovi spazi individuati per 49 classi (su 427 complessive) e di circa 1150 giovani circa tra scuola primaria e secondaria di primo grado.  Per creare degli ambienti di apprendimento allargati al territorio il Comune ha svolto una mappatura dei terzi spazi pubblici e privati posti in prossimità dei 19 plessi afferenti gli 11 istituti. Sulla base dei principi di sussidiarietà e corresponsabilità educativa richiamati dal “Piano Scuola 2021-2022”, e in ragione di specifiche circolari promulgate dall’USR Emilia-Romagna, sono stati stipulati puntuali patti educativi di comunità fra ciascun IC e i diversi attori pubblici e privati coinvolti.  Fra gli 11 istituti coinvolti INDIRE ha individuato l’IC “Alessandro Manzoni” quale studio di caso rappresentativo di scuola diffusa. Nel corso dell’anno scolastico 2020-2021 questo IC ha sperimentato il dispositivo della “settimana al museo”: ogni classe, a turno, si è trasferita per una settimana intera nel vicino “Palazzo dei Musei”, sede dal 1830 dei Musei Civici di Reggio Emilia.  Tale sperimentazione ha visto i docenti dell’IC progettare le attività didattiche in équipe con gli educatori museali e a porle in stretta relazione con gli spazi della loro scuola e quelli del “Palazzo dei Musei”.  Lo studio di questa realtà ha permesso ai ricercatori INDIRE di individuare quegli elementi in grado di scardinare alcune delle dimensioni del modello di educazione dominante, elementi che contribuiscono alla realizzazione di una scuola che si pone come riferimento culturale e formativo per la comunità e in cui curricoli ed esperienze didattiche emergono come il frutto di una sorta di osmosi tra ‘il dentro’ e ‘il fuori’ l’aula.  Al termine dello studio di caso è stata prodotta una documentazione video della pratica, poi presentata presso il “Teatro Ariosto” di Reggio Emilia in seno al Convegno “Scuola diffusa. La città che si fa scuola” tenutosi nello stesso capoluogo il 10 e l’11 settembre 2021. 
Giuseppina Cannella
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Questo video-documentario è il frutto del lavoro della struttura di ricerca di Indire “Innovazione metodologica e organizzativa nelle scuole piccole” che ha come finalità principale la definizione dei modelli d'innovazione per le istituzioni scolastiche collocate nei territori “rugosi” delle aree interne, delle isole e delle montagne. Modelli che emergono dalla relazione tra scuola e territorio e che apportano ricadute rispetto alla qualità dell’esperienza educativa nell’ambito di una visione che vuole la piccola scuola un laboratorio in cui l’innovazione risponda ai principi di democraticità, equità e inclusività. La scuola di prossimità, oggetto del video, poggia su una visione culturale di “scuola diffusa” dove il territorio diviene partner educativo e favorisce una relazione in grado di generare un "sistema formativo allargato". Il video presenta la mappa dei concetti chiave di una nuova "forme scolaire", dove l'alleanza organizzativa e didattica con l’amministrazione locale, con le associazioni dei genitori, con gli enti culturali permette di riarticolare il tempo e lo spazio del fare scuola avvalendosi dell’integrazione del digitale e costruendo delle passerelle di dialogo tra la dimensione formale-non formale e informale dell’apprendimento.
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Nel video proposto, realizzato da INDIRE nell’ambito del progetto “Piccole scuole”, è raccontata l’esperienza della scuola primaria “Tamburelli” di Seggiano (GR); una buona pratica che ha potuto contare sulla collaborazione fra Dirigente scolastico, enti locali e famiglie degli studenti: un’alleanza educativa che ha portato a riorganizzare il curricolo valorizzando l’elemento territoriale e suscitando un forte interesse da parte delle famiglie dei paesi limitrofi, interesse tale da aver visto incrementare le iscrizioni di circa il 20% scongiurando il rischio di chiusura del plesso. Si è deciso di puntare su un modello didattico-organizzativo attento allo sviluppo dell’autonomia dello studente attraverso una serie di azioni tra cui la rotazione, il peer tutoring e la scelta autonoma della disciplina. Si è così realizzato un esempio virtuoso di proposta educativa che propone un’organizzazione in “pluriclassi per scelta” che la rendono funzionale al raggiungimento degli obiettivi didattici inizialmente individuati.
IC "VANNINI-LAZZARETTI" C.PIANO
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Cosa significa per una piccola scuola superare l’isolamento culturale? La risposta a questa domanda è nel video qui proposto e che INDIRE, nell’ambito del progetto “Piccole scuole”, ha realizzato come strumento di disseminazione di quello che può accadere in un contesto isolato geograficamente ma che è stato in grado di superare i confini del suo limite geografico tramite le opportunità offerte dai progetti europei. L’esperienza di un piccolo plesso, la scuola primaria “Cesare Fracchioni” di Travo, in provincia di Piacenza, non è solo una buona pratica da imitare, ma testimonia anche un modus operandi di una realtà capace di avviare processi innovativi che si innestano sin dentro l’impalcatura del curricolo, l’organizzazione degli spazi e la riformulazione del tempo scuola. Il sapiente uso di diverse tipologie di finanziamenti ha avviato un processo di cambiamento che ha rigenerato il sistema scuola, poiché ha coinvolto gradualmente tutti gli altri plessi di cui si costituisce l’istituzione scolastica di riferimento anche situati in altri comuni. Questo processo virtuoso ha permesso ai suoi studenti di partecipare ad iniziative grazie alle quali “sono partiti italiani e sono tornati europei”.
ISTITUTO OMNICOMPRENSIVO BOBBIO
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Nel video è raccontata l’esperienza della scuola primaria “Fratelli Bimbi” di Badia Tedalda (AR), scuola che ha aderito alla rete del progetto “ErreQuadro” (di cui INDIRE è stato partner). Obiettivo del progetto è sostenere la permanenza della scuola nei territori dalle particolari condizioni morfologiche, mantenendo un presidio educativo e culturale e contrastando in tal modo il fenomeno dello spopolamento. Il progetto sostiene queste realtà promuovendo l’uso di Internet e dei sistemi di videoconferenza per superare l’isolamento e quindi far ‘dialogare’ classi con pochi studenti e sviluppare percorsi formativi basati sull’uso delle tecnologie didattiche. INDIRE, con il progetto “Piccole scuole” segue questi presidî osservandone le esperienze, delineando modelli adattabili alle differenti esigenze dei territori, supportando le scuole nella didattica a distanza e nella sperimentazione di attività che vedono collegate classi appartenenti a comunità molto piccole con classi non isolate, come quelle presenti nelle comunità cittadine.
I.C. L. VOLUSENO - SESTINO
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Protagoniste di questo video sono due ‘piccole scuole’ dei comuni di Bruzolo e di San Giorio, in Val di Susa: i plessi “Bruzolo” e “Mattie” dell'IC “Bussoleno” (TO). Il video illustra il modello "Piccola scuola come comunità educante" sviluppato dai ricercatori INDIRE nell’ambito del progetto “Piccole scuole” in stretta collaborazione con i docenti dell’IC “Bussoleno”. Il modello si articola in diverse fasi: abbinamento dei due plessi, scelta del focus, coinvolgimento delle famiglie degli studenti e delle realtà operanti sul territorio, sviluppo dell’expertise, condivisione con la comunità. Le tecnologie che permettono la comunicazione e la condivisione di risorse tra gli attori coinvolti nell’attuazione di questo modello si sono rivelate condizione imprescindibile per la sua efficace implementazione.
I.C. BUSSOLENO

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