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atti educativi di Comunità
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Esperienze per creare attività formative che coinvolgono gli attori presenti sul territorio, in un’ottica di comunità educante inclusiva e allargata. ESTATE 2021 - IDEE PER PROGETTARE L'OFFERTA FORMATIVA

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L’IC “Tenente Petrucci” di Montecastrilli (TR) ricerca e sperimenta da anni ambienti di apprendimento in grado di promuovere negli studenti la capacità di ‘dar senso’ all’esperienza per ‘saper stare al mondo’. Punto di partenza di tutti i percorsi – sia curriculari sia extracurriculari – è il territorio, inteso come spazi fisici, storico-artistici, paesaggio ma anche come relazioni e cultura materiale. Nel curricolo il territorio rappresenta un ponte tra i desideri, gli interessi degli studenti e gli strumenti culturali, il corpo dei saperi; le discipline, quindi, diventano strumenti formativi per imparare a ‘stare al mondo’. Le attività scolastiche partono sempre da un’esperienza diretta che coinvolge i giovani su questioni loro poste proprio a partire da quanto li circonda. Per questo l’IC “Tenente Petrucci” da tempo ha instaurato stretti rapporti con enti e associazioni locali definendo specifici patti educativi di comunità in cui ciascun soggetto coinvolto – nello scambio reciproco di esperienze e risorse – costruisce e condivide un comune progetto educativo volto sia alla crescita armonica di ogni bambino e bambina, ragazzo e ragazza, sia a quella culturale del territorio. Comuni, associazioni, pro loco, parrocchie, biblioteche, così come gruppi di volontari, cittadini, genitori e nonni dei giovani, sostengono la scuola nella costruzione di percorsi di cittadinanza e di comunità. Il video documenta due attività estive di laboratorio STEM rivolte agli studenti della scuola secondaria di primo grado e un percorso didattico – “Il Paese che vorrei” – realizzato dai piccoli della scuola primaria. I giovani sono attivi protagonisti di ogni fase di lavoro: ricercano, studiano, progettano e realizzano artefatti che mentre permettono loro di fare e pensare, sistematizzare, rielaborare e costruire nuove conoscenze e saperi, hanno contemporaneamente una concreta ricaduta in tutta la comunità. In tal modo la conoscenza, oltre a favorire la scoperta delle proprie vocazioni e la crescita personale, si fa cittadinanza attiva ed azione concreta per il bene comune.
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“GIFT” è un evento che dal 2016 si svolge ogni anno in una delle settimane di giugno presso la scuola secondaria di primo grado “Piersanti Mattarella” dell’“IC 3 di Modena” e che vede la realizzazione di laboratori gratuiti (questa la ragione del nome “GIFT”) gestiti da docenti ed esperti e aperti agli studenti dell’IC. L’evento vede un afflusso di circa 120 giovani ogni anno, su un totale di 1000 frequentanti tra scuola secondaria di primo grado, scuola primaria e scuola dell’infanzia. Le attività scelte per ciascuna edizione di “GIFT” trovano continuità con quelle che l’IC già svolge, ampliandone la partecipazione, e in sintonia con le voci del suo PTOF. L’IC da sempre ha la vocazione della scuola aperta al territorio per cui durante l’anno scolastico, sin da quello 2016-2017, si realizzano laboratori extracurricolari: si chiamano “Club” e da questi prende le mosse “GIFT”; in questi laboratori si svolgono attività in cui, unendo più discipline, i giovani studiano sviluppando competenze in maniera attiva. Le attività che si realizzano sono orientate allo sviluppo dei talenti (infatti “Laboratorio per i talenti” è il claim del PTOF dell’IC”). Anche nell’anno scolastico 2019-2020, seppur segnato dall’emergenza sanitaria, l’IC ha ritenuto fondamentale continuare a offrire occasioni di socialità ai bambini, dopo la sospensione delle attività educative e didattiche in presenza, ma comunque sempre nel rispetto delle norme necessarie per garantire la sicurezza del singolo e della collettività previste dalla Regione Emilia-Romagna e dal Comune di Modena. A settembre 2020 vi è stato un prolungamento in fase di accoglienza per tutti gli studenti con il progetto “Abbracci”, insieme a “Parole Ostili”, un percorso di recupero della relazione e dello ‘stare bene’ a scuola. Nel frattempo sia alla scuola secondaria di primo grado che alla scuola primaria i “Club” sono diventati “Club IN”, e le attività lì svolte sono di tipo curricolare, contribuendo in tal modo anche alla certificazione delle competenze degli studenti. “GIFT” è un atteso appuntamento reso possibile grazie al coordinamento di finanziamenti di varia provenienza nell’ambito dello stesso programma di attività: moduli PON, bandi STEM, bandi PNSD, bandi sport-regione, bandi fondazione per la musica.
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Il paesaggio sonoro (soundscape) si presenta come tematica versatile per la sua natura interdisciplinare, affrontabile in qualunque grado scolastico, dalla scuola dell’infanzia alla scuola superiore di secondo grado, ma non solo: la didattica del paesaggio sonoro rappresenta un’efficace opportunità per far entrare bambini e ragazzi in relazione immediata e diretta col suono, facendo leva su competenze audiologiche e culturali già in loro possesso. Tra i percorsi di didattica del paesaggio sonoro, il progetto “Paesaggi sonori lecchesi del Novecento: tra il monte e il fiume” realizzato dall’“IC di Brivio” (LC) si è rivelato particolarmente significativo: sviluppato come proposta d’integrazione scuola-territorio, ha promosso una forte collaborazione tra scuola primaria e scuola secondaria di primo grado ed ha visto la partecipazione attiva degli ospiti di una casa di riposo del territorio. Protagonisti del progetto sono i vari paesaggi del Novecento, rimessi in gioco dai ricordi e dai racconti dei testimoni diretti che con le loro storie di vita hanno attraversato il secolo scorso. I suoni ricordati dai testimoni hanno incontrato quelli del paesaggio sonoro contemporaneo, ascoltati e filtrati attraverso la sensibilità di bambini e ragazzi. Un’esperienza altamente formativa e coinvolgente che ha unito approccio etnografico con la didattica del paesaggio sonoro. Alla realizzazione finale del progetto è stata successivamente affiancata una visita guidata alla mostra-percorso Dialogo nel buio presso la “Fondazione Istituto dei Ciechi” di Milano: un’esperienza sensoriale che ha insegnato ai giovani un altro modo di ‘vedere’; la visita, come in un’ideale forma ciclica, ha chiuso l’esperienza connotandola di forte valore simbolico. Ed è stato così che le emozioni condivise da bambini e ragazzi hanno potuto ‘fissare’ l’apprendimento.
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L’attività proposta, pensata per gli studenti della scuola secondaria di primo grado e contraddistinta da una forte interdisciplinarità, vede come prodotto finale un video avente focus la riflessione sull’uso delle nuove tecnologie tra gli adolescenti e l’impatto che queste determinano nelle relazioni famigliari. Il video è stato realizzato da un gruppo di docenti, genitori e studenti dell’IC “Gianni Rodari” di Torre Pellice (TO) con la collaborazione di altre figure esterne e il sostegno dell'Associazione Genitori Valpellice. Gli studenti hanno partecipato in modo attivo a tutte le fasi di realizzazione del video, dalla scrittura della sceneggiatura alla ricerca di scenografie e costumi, dalla recitazione alle riprese e al montaggio, creando anche elaborazioni musicali originali poi confluite nella colonna sonora del video. Tra gli obiettivi dell’attività: acquisire maggior conoscenza, consapevolezza e competenza riguardo le diverse modalità di utilizzo dei nuovi media; riflettere sui modi di presentare e ricercare la propria identità quando si è sul web; aumentare il senso di responsabilità rispetto alle azioni dirette e indirette che si compiono nei confronti dell’altro; favorire l’inclusione, aiutando i giovani a scoprire e rispettare la diversità di ciascuno; acquisire maggiori competenze per operare scelte future più consapevoli a favore del proprio benessere, in relazione a quello degli altri, del contesto territoriale e dell’ambiente in cui si vive.
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L'esperienza dell'Istituto di Istruzione Superiore "Sandro Pertini" di Alatri (FR) per l'Idea Dentro/fuori la scuola - Service Learning propone un’idea di scuola civica come luogo di incontro tra sapere formale e informale che si realizza nell’integrazione tra scuola e territorio e nella realizzazione di esperienze di apprendimento significativo con finalità di interesse sociale .La pratica pedagogica si caratterizza per lo sviluppo di competenze attraverso azioni solidali tese a soddisfare i bisogni della comunità in cui gli studenti vivono. Attraverso il percorso gli studenti sono protagonisti in prima persona, sia nella fase progettuale, che in quella realizzativa.
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Questo video-documentario è il frutto del lavoro della struttura di ricerca di Indire “Innovazione metodologica e organizzativa nelle scuole piccole” che ha come finalità principale la definizione dei modelli d'innovazione per le istituzioni scolastiche collocate nei territori “rugosi” delle aree interne, delle isole e delle montagne. Modelli che emergono dalla relazione tra scuola e territorio e che apportano ricadute rispetto alla qualità dell’esperienza educativa nell’ambito di una visione che vuole la piccola scuola un laboratorio in cui l’innovazione risponda ai principi di democraticità, equità e inclusività. La scuola di prossimità, oggetto del video, poggia su una visione culturale di “scuola diffusa” dove il territorio diviene partner educativo e favorisce una relazione in grado di generare un "sistema formativo allargato". Il video presenta la mappa dei concetti chiave di una nuova "forme scolaire", dove l'alleanza organizzativa e didattica con l’amministrazione locale, con le associazioni dei genitori, con gli enti culturali permette di riarticolare il tempo e lo spazio del fare scuola avvalendosi dell’integrazione del digitale e costruendo delle passerelle di dialogo tra la dimensione formale-non formale e informale dell’apprendimento.
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Alla Labyrinth Škola di Brno, in Repubblica Ceca, i bambini non stanno seduti per cinque ore ad ascoltare la maestra o a fare esercitazioni.  L'Istituto sposa i principi dell’insegnamento di John Dewey, basato sull’idea che l’apprendimento passi attraverso l’esperienza pratica e che la comprensione dei concetti avvenga tramite la percezione del mondo. Il bambino è il punto di partenza ed è proprio a partire dai suoi interessi e dalle sue curiosità che viene costruita l’attività didattica. Il movimento è una componente chiave nei processi di acquisizione delle conoscenze: se è vero che aiuta a tenere ossigenato il cervello, è anche sinonimo di didattica attiva che prende la forma di compiti di realtà, fondamentali per attivare forme di apprendimento significativo.  Un ulteriore elemento è l’ambiente di apprendimento 'allargato', che si estende oltre le mura della scuola per andare a inglobare le strade, i negozi, i musei, i parchi della città di Brno, in pratica qualsiasi luogo sia funzionale ad attivare forme di apprendimento profondo. In questo video, che documenta lo studio di caso condotto da due ricercatrici Indire, si vede come la cura e l’attenzione siano elementi fondamentali per favorire a scuola un clima di benessere psicologico e cognitivo.   

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