Ripensare il curricolo significa oggi mettere in atto una serie di scelte che riguardano anche l’essenza e l’essenzializzazione dei programmi scolastici, dando piena cittadinanza a quei “nuclei fondanti”, a quei “saperi irrinunciabili” che già sono presenti nella documentazione normativa che accompagna la secondaria di primo e secondo grado. Si tratta evidentemente di un’operazione complessa perché implica una riorganizzazione e una ri-articolazione del canone, per esempio nelle discipline umanistiche; una revisione sintetica delle materie scientifiche, sul modello di quanto già sperimentato attraverso le cosiddette scienze integrate; una trasformazione delle metodologie. L’esigenza e l’opportunità di una DID che sappia valorizzare il contributo produttivo degli alunni richiede una lettura più attenta di ciò che significhi oggi trasferire i saperi sul piano delle competenze. Non sempre l’agire produttivo è di per sé una manifestazione di competenza o la scuola del fare si traduce in una consapevole elaborazione e rielaborazione delle conoscenze. Una revisione del curricolo non può mirare direttamente ad una pratica didattica «per competenze» senza passare attraverso la complessità e la ricchezza epistemologica rappresentata dalle conoscenze: umanistiche, scientifiche, tecnologiche e storico-sociali. È proprio su conoscenze solide e validate dalla ricerca che si innesta la capacità di agire in termini di competenza e responsabilità.
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